TELEPSICOLOGIA – DUBBI, PERPLESSITÀ E POTENZIALITÀ
Fenomeno studiato già da molti anni, la terapia online diventa un argomento di grande attualità in questo particolare momento storico in cui l’emergenza sanitaria costringe i cittadini del mondo al distanziamento sociale. In Italia, i primi studi scientifici sull’avvento della terapia telematica risalgono infatti a circa venti anni fa: tra i primi ad occuparsene fu il Prof. Tonino Cantelmi insieme al suo team (“@psychotherapy. Risultati preliminari di una ricerca sperimentale italiana”, T. Cantelmi, S. Putti, M. Talli – Edizioni Universitarie Romane, 2001).
Gli incontestabili vantaggi della terapia online sono molteplici:
comodità per il paziente che non ha bisogno di spostarsi da casa per recarsi allo studio dello psicologo, risparmiando costi di trasporto e tempo, possibilità per il terapeuta di raggiungere pazienti che si sono spostati all’estero o che, per la gravità dei loro sintomi, non riescono a lasciare le mura domestiche (paura di avere attacchi di panico mentre ci si sposta a piedi o con un mezzo di trasporto, agorafobia, depressione grave….). Oltre a ciò, la modalità telematica permette di entrare direttamente nello spazio di vita del paziente, fornendo all’occhio di un osservatore attento quale è lo psicologo, preziose informazioni su quali potrebbero essere gli elementi nel quotidiano che contribuiscono a mantenere il disagio psicologico del paziente o sono di ostacolo per la terapia.
Durante l’emergenza Covid, molti pazienti hanno accettato per necessità di adattarsi a questo nuovo strumento di relazione terapeutica. Le esperienze raccolte sul campo sembrano far ipotizzare che la telepsicologia si sia ormai del tutto affermata e che la sua diffusione rimarrà stabile anche dopo la pandemia. Psicologi e psicoterapeuti si sono pertanto interrogati sulle effettive potenzialità di questo strumento, raccogliendo osservazioni e definendo criteri specifici per la messa a confronto dell’efficacia della terapia online rispetto alla terapia in presenza.
L’esperienza Covid sull’efficacia terapeutica percepita
In un recentissimo sondaggio condotto durante l’emergenza Covid dal professor F. Mancini e la sua équipe su 339 terapeuti (di cui 247 ad orientamento cognitivo comporamentale), è emerso come la maggioranza di loro (il 76%) si sia ritenuta soddisfatta dell’efficacia terapeutica riscontrata nella terapia online e non abbia avuto particolari difficoltà nell’utilizzare le tecniche terapeutiche o nel mantenere la qualità della comunicazione. I terapeuti intervistati hanno tuttavia dichiarato che a causa della quarantena che ha costretto al confinamento in casa di tutti i membri del nucleo abitativo, alcuni dei loro pazienti hanno avuto difficoltà nel trovare uno spazio all’interno delle mura domestiche in cui poter preservare la propria privacy per la sessione di terapia. La mancanza di privacy, insieme alla scarsa dimestichezza con la tecnologia e il pregiudizio circa l’efficacia dell’intervento terapeutico nel setting online, sono stati i fattori che hanno dissuaso i pazienti dal continuare la terapia in modalità telematica. Rispetto all’efficacia, Mancini e collaboratori non hanno riscontrato alcuna evidenza scientifica che attesti la minore efficacia della terapia online rispetto a quella in presenza, né nel suo studio, né nelle ricerche precedenti. Il questionario di valutazione è stato compilato in forma anonima anche da 184 pazienti, per la maggioranza donne (il 64% dei rispondenti). Circa l’80% di coloro che hanno accettato di compilare il questionario si è dichiarato molto soddisfatto della terapia online, apprezzandone oltre alla comodità logistica e al risparmio di tempo, anche l’efficacia terapeutica.
In conclusione, sebbene molti di coloro abituati ad incontrare il proprio psicologo di persona nel suo studio abbiano dichiarato di voler tornare alla modalità in presenza una volta finita l’emergenza Covid, la terapia online ha ampiamente dimostrato la sua validità. Gli iniziali dubbi riguardo alla possibilità di poter costruire quell’empatia e quell’adeguata condivisione di emozioni che sono alla base della relazione di sostegno e di cura della psiche, sembrano ormai essersi completamente dissipati. Alcuni pazienti hanno addiritura riportato una maggiore facilità nel riuscire ad aprirsi su tematiche particolarmente intime, percependo meno soggezione dalla prossimità fisica con il terapeuta. Questo risulta ad esempio essere particolarmente vero nei disturbi legati alla sessualità.
La pandemia ci ha portato a riscoprire potenzialità e modalità di adattamento nuove, che in tempi normali avrebbero probabilmente tardato ad affermarsi. A meno di tre mesi dall’introduzione delle misure di distanziamento sociale, la teleterapia sembra ormai aver abbattuto le resistenze ed i pregiudizi, probabilmente anche a testimonianza del diffuso malessere psicologico che il Covid ha generato. La dimestichezza del terapeuta con l’uso della tecnologia gioca naturalmente anch’essa un ruolo importante per il successo della seduta.
Dove il paziente sia impossibilitato a raggiungere lo studio del terapeuta per malattia o per trasferimento ad altra città, la video consulenza è una risorsa indispensabile, destinata a permanere anche dopo il Covid.