Non ti vorrà mai bene nessuno come te ne voglio io.
Manipolazione psicologica e dipendenza affettiva, due facce della stessa medaglia.
<<Non ti vorrà mai bene nessuno come te ne voglio io>>
Questa frase può diventare una gabbia per chi non riesce a staccarsi da una relazione tossica, e chi la usa per tenere in gabbia l’altro, lo sa bene.
Relazioni tossiche, cosa vuol dire?
Sono quelle relazioni che tolgono l’aria, spengono pian piano l’energia vitale, indeboliscono, umiliano, fanno perdere l’amore e il rispetto per se stessi, eppure non ce ne stacchiamo.
Ma come ci siamo arrivati fino a questo punto?
La manipolazione affettiva ha bisogno di terreno fertile per poter attecchire. Di solito, questo terreno è costituito da macerie emotive, terrore dell’abbandono, della solitudine e senso di non valore da parte di chi subisce la relazione asimmetrica e non riesce a staccarsene.
Esperienze negative con le prime figure di attaccamento nell’infanzia sono dei forti predisponenti a diventare dipendenti affettivi da grandi, perché è proprio da questi primi modelli di interazione che apprendiamo chi siamo noi per gli altri e come dobbiamo comportarci per riuscire ad assicurarci la loro protezione ed il loro amore: per questo motivo, i dipendenti affettivi annullano la loro identità cercando di compiacere il partner, pensando che sia il modo più sicuro per tenerlo legato a sé; oppure mettono in atto comportamenti di possesso e di gelosia ossessiva, per cui controllano il partner continuamente, nel costante timore di essere lasciati per qualcun altro. Il pericolo di essere abbandonati è insopportabile per i dipendenti affettivi, che non possono immaginare di proseguire la loro esistenza senza la persona amata. Allo stesso tempo però, il dipendente affettivo ha una sua convinzione della maniera in cui il partner dovrebbe amarlo e apprezzarlo, senza tollerare minime differenze da questo loro ideale di amore perfetto e romantico.
Chi è dipendente affettivo è spesso fortemente dominato anche dall’impulsività dal discontrollo delle emozioni e dall’elevata sensibilità alle critiche. Queste caratteristiche possono appartenere alla personalità del dipendente affettivo già prima che iniziasse la relazione, oppure essere il risultato della manipolazione dell’altra persona, che lo controlla facendo leva proprio sulle sue insicurezze.
Le relazioni attuali riflettono il senso di sicurezza di essere amati e sostenuti che si è provato nelle prime relazioni con i genitori. Tanto più questo legame è stato forte e positivo, tanto meno si sentirà l’insicurezza e la dipendenza da un’altra persona come unica ragione di vita. Ma quando questo legame con le prime figure d’amore è stato vissuto come incerto e instabile, queste sensazioni ci accompagneranno in tutte le relazioni future. Nello stesso modo in cui abbiamo imparato questi schemi di comportamento automatici però, è possibile riprogrammarci a dei nuovi schemi più adattivi e più vicini al nostro benessere.